We Can Cult 4 – Week End Culturale a Formigine

E quattro! Giungere alla quarta edizione di una manifestazione come We Can Cult significa aver disegnato un luogo privilegiato nel nostro immaginario, significa aver creato una vitale abitudine per i nostri cittadini, significa far parte ormai di una consolidata tradizione che crede nella forza del pensiero e del dialogo. Significa che talvolta le piccole idee, quando viaggiano sulle spalle di chi non ha rinunciato alla speranza, possono tracciare grandi sentieri. Significa soprattutto prendere atto che, pur nella debolezza di un presente spesso arido e meschino, non vogliamo rinunciare alla forza stupefacente del pensiero e delle emozioni.

Emozioni e pensieri che non mancheranno certo anche in quest’ultima edizione del nostro Week End Culturale: potremo approfondire i misteri della fede con Francesco Maria Feltri e Don Federico Pigoni; parleremo di scuola e scrittura con Daniela Tazzioli e Manuela Ghizzoni; scopriremo l’amore al tempo degli ipermercati con l’ironico garbo di Chiara Gamberale; affronteremo con lucidità – e qualche emozione – il dramma dei femminicidi con i pensieri e le parole di Serena Dandini e Orsetta de Rossi. Avremo modo di riflettere sull’ecologia della mente prima ancora che dell’ambiente con Luca Mercalli e di interrogarci sul futuro della politica con Aldo Cazzullo. Per finire con un viaggio nella nostra storia attraverso i ricordi esistenziali e cinematografici di Pupi Avati. Per riscoprire, forse, anche il sottile piacere della nostalgia. Quella nostalgia volutamente evocata con i concerti serali dedicati a Fabrizio De André e alle canzoni popolari che ci hanno fatto crescere nella consapevolezza di essere un popolo, un grande popolo, nonostante i campanili.

E a proposito di ricordi, consentitemi uno scampolo di nostalgia personale ripensando al momento in cui ci siamo inventati l’evento battezzandolo con quel pasticcio linguistico che mi è stato tante volte rimproverato con malizioso sarcasmo. A me piaceva – e piace – questo titolo, perché invoca il passaggio dalla logica dell’io alla vitalità del noi (We), perché ci incita a fare e ad agire (Can). Ma soprattutto perché quell’ultima parola (Cult) ci invita a mettere al centro della nostra vita sociale l’inesauribile ricchezza della Cultura e suggerisce, forse, che dovremmo dedicare un po’ più di tempo a coltivare il Culto della bellezza. La bellezza dell’arte, della poesia, della musica, dei pensieri e delle parole. La bellezza come unico antidoto possibile all’imbarbarimento. La bellezza come cifra salvifica in un contesto di crisi e decadenza.

Anche per questo abbiamo incastonato tutti gli eventi del We Can Cult nell’incanto romantico del nostro castello e del suo parco secolare. Un’oasi di bellezza dove è più facile distillare l’essenza della nostra umanità ed evocare ragioni e sentimenti per un nuovo Rinascimento possibile. O, almeno, per una buona vita. A Formigine, e non solo.

Rimane da dire la cosa più importante: in un momento di crisi economica come quella che stiamo vivendo, i risultati si ottengono solo grazie a meravigliosi compagni di viaggio a cui va tutta la mia gratitudine: l’amico Marco Miana e i suoi collaboratori di Mismaonda, i professionisti dell’Ufficio Cultura e dell’Ufficio Stampa, la direttrice e il personale della Biblioteca di Formigine, i ragazzi di Mediagroup, i dirigenti e gli operai comunali, il Ristorante il Calcagnino per le estasi culinarie, l’Acetaia Mussini per i gustosi gadget. E, ancora, un grazie monumentale alla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e agli altri impagabili sponsor: la libreria Agorà, TCK, Sassuolo Lab. Un ringraziamento particolare, infine, all’amico Riccardo Prini e al Club Lyons che quest’anno si sono affiancati alla nostra avventura procurandoci nuove risorse, ma anche e soprattutto nuovi stimoli culturali che ci aiutano ad avere più coraggio e un po’ più di ottimismo per il futuro.
Grazie. Grazie. Grazie.
(Mario Agati, Assessore alla Cultura)

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